La mia avventura americana?

Divertente, affascinante, pazzesca...


La nostra attrice è stata tra le protagoniste più apprezzate di «The Bachelor», un reality show statunitense (ma realizzato prevalentemente in Italia). Nell’intervista ci parla di questa sua esperienza nata quasi per caso...  



Due anni fa, mese più mese meno, durante un’intervista chiedemmo ad Agnese Marcolin di rivelarci i suoi progetti per il futuro. L’attrice veneziana, allora quasi esordiente sul nostro set, rispose testualmente: «Parlare bene più lingue e girare il mondo». Un... doppio desiderio che si sta avverando, soprattutto riguardo alla seconda parte, almeno a giudicare dalla recente esperienza televisiva da lei vissuta: un reality show per una emittente statunitense ma realizzato in Italia. Un’avventura nata quasi per caso, ma che ha avuto un eccellente riscontro di pubblico, come dimostrano tra l’altro le numerose richieste di notizie e informazioni su Agnese da parte dei telespettatori americani, richieste effettuate prevalentemente attraverso Internet e indirizzate anche al Forum collegato al sito non ufficiale della Lancio creato da Monica Turrini, affezionata lettrice e, come è noto, grande collezionista dei nostri fotoromanzi. Incuriositi a nostra volta da tutto questo clamore, abbiamo chiesto ad Agnese di parlarci della sua partecipazione a quel reality americano. «Tutto è cominciato con un semplice provino che ho sostenuto a Roma il 28 luglio dello scorso anno, il giorno prima di partire per le vacanze. Devo essere sincera: al momento non avevo alcuna voglia di farlo... non vedevo l’ora di andarmene in “ferie” e staccare la spina per qualche settimana. Ma alla fine, un po’ malvolentieri, ho accettato e... come spesso accade quando uno non ha particolari aspettative, è accaduto qualcosa di sorprendente! Non sapevo bene di cosa si trattasse, né avevo mai visto il “format” in precedenza. Ai produttori sono piaciuta subito, mi hanno trattenuta, mi hanno fatto fare gli esami di rito (l’analisi del sangue, i test psicologici e motivazionali etc.) e mi hanno spiegato a grandi linee il meccanismo dello spettacolo ». Oggi come oggi, forse  ancor più che in passato, la comunicazione è importantissima e la scarsa conoscenza delle altre lingue, soprattutto dell’Inglese, è un ostacolo non indifferente. Comunque sia, alla metà di agosto abbiamo cominciato a girare le prime puntate».


L'intervista completa è pubblicata sul n.294 di Sogno, in edicola a marzo


L’intervista di aprile: Paolo Pasqualini

L’intervista di febbraio: Luca Calvani

Agnese Marcolin